Salvatore Aversa, sovrintendente della polizia di Stato, venne ucciso a Lamezia Terme in un agguato mafioso il 4 gennaio 1992 insieme alla moglie Lucia Precenzano, nella centralissima via dei Campioni 1982 (successivamente è stata intitolata proprio ai coniugi uccisi). Oggi i due coniugi sono stati ricordati con una messa che si è celebrata nella Cattedrale di Lamezia. Alla celebrazione liturgica, presieduta dal vescovo di Lamezia Terme, mons. Luigi Cantafora, hanno partecipato i figli ed i familiari di Aversa; il prefetto di Catanzaro, Antonio Reppucci; il questore, Vincenzo Roca; numerosi funzionari e dirigenti della polizia di Stato e rappresentanti istituzionali tra cui il sindaco, Gianni Speranza. Nella sua omelia il vescovo ha affermato che «la circostanza dell'anniversario del duplice omicidio dei coniugi Salvatore Aversa e Lucia Precenzano ravviva sicuramente tanti perchè, andando forse anche ben oltre gli interrogativi su chi siano assassini e mandanti. Le indagini della giustizia umana sono legittime e doverose e molti di voi presenti siete con generosità e competenza impegnati a tutelare l'ordine pubblico con azioni sia preventive che repressive. La Chiesa italiana ha voluto recentemente ricordare, in un suo documento ufficiale, i numerosi testimoni immolatisi a causa della giustizia: magistrati, forze dell'ordine, politici, sindacalisti, imprenditori e giornalisti, uomini e donne di ogni categoria. Tra loro possiamo certamente annoverare Salvatore Aversa e la moglie Lucia Precenzano, anche loro vittime di un'ingiustizia disumana». «Le mafie - ha aggiunto - sono un vero e proprio 'cancrò, una tessitura malefica che avvolge e schiavizza la dignità della persona. Non bisogna però rassegnarsi, quasi che siano invincibili. Con Cristo è possibile cambiare vita, convertirsi, abbandonare lo stile di vita mafioso ed ogni forma di male e di peccato. L'annuncio evangelico ci interpella tutti: Convertitevi, cambiate mentalità, cambiate vita! È un appello rivolto a tutti». Ad uccidere Salvatore Aversa e la moglie furono Salvatore Chirico e Stefano Speciale.
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