sabato 14 settembre 2013

"CAMBIATE LA TABELLA SU DON DIANA". IL VESCOVO RAFFAELE NOGARO PRIMO FIRMATARIO DI UN APPELLO AL SINDACO DI CASERTA

“Cambiate la tabella su don Diana”. Un appello è stato consegnato stamattina al sindaco di Caserta, Pio del Gaudio, affinché rimuova  e modifichi la tabella apposta all’inizio dello slargo che il  6 settembre scorso è stato dedicato a don Giuseppe Diana, il parroco di Casal di Principe ucciso il 19 marzo del 1994. Sulla tabella, infatti, non è scritto che è stato ucciso dalla camorra: “Largo Giuseppe Diana, sacerdote – medaglia d’oro al valor civile 1958 – 1994”. Come invece è riportato correttamente sulla tabella dello slargo intitolato a don Puglisi  e inaugurato nello stesso giorno: Largo Giuseppe Puglisi, sacerdote – vittima della mafia 1937 – 1993”.

L’appello che chiede la modifica della tabella, è stato firmato da diverse personalità cittadine, primo fra tutti, Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta, amico fraterno di don Diana e tra i più strenui difensori della sua memoria. Alla cerimonia di inaugurazione, erano presenti, tra gli altri, lo stesso sindaco di Caserta e il vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo. Il giorno dopo l’inaugurazione, voluta fortemente dai padri Sacramentini, è stato lo stesso fratello di don Diana, Emilio, a sottolineare questa omissione così palese, precisando che il fratello non era morto per un incidente sul lavoro. “Omettere di scrivere che è stato ucciso dalla camorra  - aveva aggiunto Emilio Diana - è occultare la verità. Non riesco a capire come ancora adesso c’è chi ha paura di pronunciare la parola camorra”. I due preti, don Puglisi e don Diana, furono uccisi a distanza di sei mesi l’uno dall’altro: Don Puglisi il 15 settembre 1993, nel giorno del suo 56° compleanno, mentre don Diana fu ammazzato il 19 marzo 1994, quando aveva 36 anni, nel giorno del suo onomastico. Insieme a Nogaro hanno firmato l’appello anche  le suore orsoline di “Casa Rut”, Pasquale Iorio (Le Piazze del Sapere),Maria Carmela Caiola (Italia Nostra), Carlo De Michele (Carta 48), don Nicola Lombardi (Diocesi di Caserta), Elisabetta Luise        (Auser Caserta), Nicola Melone (Ordinario SUN), Andrea Mongillo (Confederdia Campania), Biagio Napolano (Arci Caserta), Pasquale Sarnelli (Acli Caserta) e Gianfranco Tozza (Legambiente Caserta).

lunedì 9 settembre 2013

IL PRIMO CIACK PER LA FICTION SU DON DIANA


Alessandro Preziosi
Sono cominciate stamattina a Frignano le riprese per la fiction su don Giuseppe Diana, “Per amore del mio popolo”, che andrà in onda su Rai1 il 19 marzo del 2014. Il primo ciak alle 8,30 dentro lo spazio della fiera settimanale. Uno spazio che è diventato per l’occasione una stazione di autobus. Sul set, che è stato attrezzato sin dalle primi luci dell’alba, la numerosissima troupe guidata dal regista Antonio Frazzi, insieme al produttore, Giannandrea Pecorelli, responsabile dell’Aurora film che produce la fiction e, ovviamente, l’attore protagonista, Alessandro Preziosi, che interpreta il ruolo di don Diana. Sul posto anche tantissimi cittadini armati di telefonini che per tutto il tempo hanno cercato di fotografare Preziosi, ma sono stati tenuti a debita distanza da vigili urbani e carabinieri.
Nel pomeriggio di ieri l’attore protagonista si era recato a casa della famiglia di don Diana, in via Garibaldi a Casal di Principe, accompagnato dal regista e dal produttore, per incontrare i fratelli e la mamma del sacerdote ucciso. Voleva capire ulteriormente una personalità così semplice, ma al tempo stesso così dirompente, come quella di don Diana. “Ha visitato la stanza di don Peppe che è ancora intatta –  spiega Valerio Taglione responsabile del Comitato don Diana, presente all’incontro -  e ha parlato a lungo con i familiari. Preziosi è venuto per interpretare con lo spirito giusto un sacerdote che con la sua morte ha cambiato il corso della storia di queste terre. Anche per un attore bravo come lui non deve essere facile affrontare questo ruolo. Siamo convinti  - ha aggiunto Taglione - che la scelta di girare buona parte del film nelle terre di don Diana avrà delle ricadute positive, sia economiche che sociali, a partire dall’incremento della presenza di tanti giovani che già da alcuni anni arrivano qui per partecipare ai campi di lavoro di Libera”. Poco dopo le 10 c’è stato il trasferimento della troupe dentro il cantiere di una ditta di autotrasporto di materiali edili, tra Frignano e Casaluce, per girare altre scene. La lavorazione del film andrà avanti per almeno quattro settimane e coinvolgerà anche numerose comparse locali. “Mi auguro – dice Emilio Diana, il fratello di don Giuseppe – che questo film possa dare più forza a quelli che si battono per cambiare questa terra. Solo così potremo dire che il suo sacrificio non è stato invano”.

sabato 7 settembre 2013

"RIMUOVETE QUELLA TARGA". IL FRATELLO DI DON PEPPE DIANA, EMILIO, CONTRO IL COMUNE DI CASERTA


Il Comune di Caserta intesta una strada a don Pino Puglisi e una a don Giuseppe Diana, ma nella tabella del prete ucciso a Casal di Principe, omette di scrivere che è stato ucciso dalla camorra. Una scelta criticata dalle associazioni  anticamorra e soprattutto dalla famiglia di don Diana che chiede di sostituirla. L’iniziativa di dedicare due strade a due preti uccisi dalle mafie, è stata fortemente voluta dai padri Sacramentini di Caserta che gestiscono la parrocchia di Sant’Augusto Vescovo, ospitata nella struttura dalla Tenda di Abramo in via Borsellino. Il Comune ha aderito alla richiesta, scegliendo due piccoli slarghi nei pressi di via Borsellino, che distano circa 500 metri tra di loro. Alla cerimonia di inaugurazione, avvenuta venerdì sera alla presenza del Sindaco di Caserta, Pio del Gaudio, e del vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, sono state scoperte le due tabelle stradali dove sulla prima c’è scritto: Largo Giuseppe Puglisi, sacerdote – vittima della mafia 1937 – 1993, mentre sulla seconda c’è scritto Largo Giuseppe Diana, sacerdote – medaglia d’oro al valor civile 1958 – 1994”.
 
“Mio fratello non è certo caduto dal terzo piano di un fabbricato in costruzione – dice con un amaro filo d’ironia Emilio Diana, il fratello di don Peppe, dopo aver appreso della notizia – omettere di scrivere che è stato ucciso dalla camorra è occultare la verità. Non riesco a capire come ancora adesso c’è chi ha paura di pronunciare la parola camorra”. I due preti, don Puglisi e don Diana, furono uccisi a distanza di sei mesi l’uno dall’altro. Don Puglisi il 15 settembre 1993, nel giorno del suo 56° compleanno, mentre don Diana fu ammazzato il 19 marzo 1994, quando aveva 36 anni, nel giorno del suo onomastico. Ma per don Diana questa è una vicenda che ritorna. Nel giorno dei suoi funerali, il 21 marzo del 1994, fu l’allora vescovo di Aversa, Lorenzo Chiarinelli, a omettere la parola camorra nella sua omelia funebre. Qualcuno gli aveva suggerito di stare attento a sbilanciarsi perché don Diana “era stato ucciso per una vicenda di donne”. Un depistaggio messo in atto dagli stessi uomini della camorra per infangare la memoria del prete di Casal di Principe. Da più parti, intanto, si sono levate voci per rimuovere quella tabella e modificarla. Emilio Diana è d’accordo e dice: “Quella tabella così anonima rischia di offendere la memoria di mio fratello. Mi appello al Sindaco della città di Caserta affinché la faccia sostituire con la scritta esatta: “Giuseppe Diana, sacerdote – vittima della camorra  1958 – 1994”. Intanto lunedì mattina cominceranno le riprese per la fiction su don Diana: “Per amore del mio popolo”, che andrà in onda su rai1 il 19 marzo dell’anno prossimo.  Il primo ciak nella piazza di Frignano, a pochi passi da Casal di Principe.