venerdì 16 maggio 2014

DOMENICO NOVIELLO UCCISO PERCHE' LASCIATO SOLO. FRANCO ROBERTI: "CASALESI SCONFITTI, MA NON ABBASSIAMO LA GUARDIA"


Fu ucciso sei anni fa, il 16 maggio 2008  e stamattina,  Domenico Noviello, è stato commemorato a Castel Volturno, a Baia Verde,  proprio a pochi passi dal luogo dell’agguato, nella piazzetta che ora porta il suo nome. Domenico, “Mimmo” Noviello, titolare di una autoscuola, nel 2001 aveva denunciato un tentativo di estorsione da parte del clan Bidognetti. Noviello fece condannare i suoi estorsori testimoniando al processo contro i camorristi che avevano chiesto il pizzo. Sette anni dopo la denuncia, il 16 maggio 2008, l’agguato ad opera di un commando di camorristi, guidati dal boss Giuseppe Setola. Alla cerimonia, molto sobria, hanno partecipato i figli e la moglie di Noviello. Con loro Tano Grasso, presidente onorario della Federazione Antiracket, il prefetto Antonio Contarino, a capo della terna commissariale del Comune di Castel Volturno, Il capo della squadra mobile di Caserta, Alessandro Tocco, il  capitano dei Carabinieri di Mondragone, Lorenzo Iacobone, Valerio Taglione del Comitato don Diana, Gianni Solino responsabile di Libera Caserta, Paolo Miggiano della Fondazione Polis, alcuni familiari di vittime della criminalità, Francesco Clemente, Emilio Diana,  Luciana di Mauro, Gennaro del Prete, Carmen del Core, il testimone di giustizia, Augusto di Meo.

C’erano anche molti studenti delle scuole medie di Castel Volturno, che hanno letto componimenti fatti nelle classi per ricordare il sacrificio di Domenico Noviello. Tre corone di fiori sono state deposte davanti alla stele in marmo che ricorda Noviello, dopodiché, Massimiliano, il figlio di Mimmo, ha letto una lettera che gli hanno consegnato i ragazzi di Libera di Ivrea, dove il 10  maggio scorso  gli è stato intitolato il presidio dell’associazione presieduta da don Luigi Ciotti. “Ciao Mimmo – hanno scritto i ragazzi piemontesi -  vogliamo farti sentire la nostra vicinanza. Vogliamo esserci almeno con te con le parole, giacché fisicamente non è possibile. Per quanto lontane le strade si sono incontrate e abbiamo trovato in te una figura di riferimento. Abbiamo intitolato la nostra sede  a te affinché la gente conoscono la tua storia. Perché le persone sappiano che il tuo gesto è servito per infondere nuovo coraggio ad altri imprenditori che hanno  che hanno dato vita alla prima associazione antiracket di Castel Volturno.”
«Il ricordo di  Domenico Noviello -  ha detto  a margine della cerimonia Luigi Ferrucci, presidente dell’associazione -  per noi è doveroso. In qualche modo dobbiamo riparare ad un grave errore che fece la comunità. Noviello fu lasciato solo, esattamente così come era successo con Libero Grassi in Sicilia. Ricordare Noviello vuol dire continuare anche  dire no al racket. Vogliamo dimostrare  che da quel 16 maggio di sei anni fa, c’è un vento nuovo da queste parti».
Ma la giornata è appena iniziata.  Dopo la cerimonia, l’incontro tra la Consulta Provinciale degli Studenti di Caserta e il movimento antimafia e antiracket, presso il Centro di Formazione Nazionale del Corpo Forestale sul tema “Legalità e Ambiente”.  Vi  hanno partecipato, tra gli altri, Tano Grasso, il prefetto Antonio Contarino, il Presidente della Comunità Senegalese Mamadou Sy, Gianni Solino, referente provinciale  di “Libera”, Valerio Taglione, coordinatore del “Comitato Don Peppe Diana”.

 A seguire, nel pomeriggio, invece l’inaugurazione della sede dell’associazione antiracket intitolata a Domenico Noviello, in un bene confiscato in via Ostia. Tra gli intervenuti, Rosario D’Angelo coordinatore regionale delle associazioni antiracket, Carmela Pagano Prefetto di Caserta, Franco Malvano, commissario antiracket presso la Regione Campania, Luigi Ferrucci, presidente associazione antiracket “Domenico Noviello”, il prefetto Antonio Contarino e Franco Roberti, Procuratore Nazionale Antimafia.
“Il 16 maggio del 2008 io ero in quel quadrivio di Baia Verde – ha ricordato il procuratore Roberti che Tano Grasso ha indicato come il vero padre del movimento antiracket in Campania – A terra c’era il corpo senza vita di Domenico Noviello. In quell’occasione  capimmo finalmente quale era la strategia di quella banda di assassini di cui avevamo difficoltà a capire le mosse. Ci organizzammo e così cominciò la disarticolazione di quel gruppo criminale. Da allora è cominciata la crisi, il collasso, del clan dei casalesi. Ed oggi possiamo dire che quel fenomeno criminale come l’abbiamo conosciuto, con la sua articolazione anche militare e contro il quale abbiamo combattuto per 20 anni, non esiste più sul territorio. Ma non dobbiamo abbassare la guardia. Perché le condizioni socio ambientali non sono cambiate rispetto al passato e potrebbero riprodurre un nuovo fenomeno di criminalità organizzata”.

La giornata in ricordo di Domenico Noviello è stata conclusa da Massimiliano Noviello, il figlio di Mimmo. “Mio padre, è stato ucciso come Federico del Prete, come don Peppe Diana, perché come loro è stato lasciato solo. Oggi a Castel Volturno c’è l’associazione antiracket che porta il nome di mio padre. Il mio sogno è di vedere in questa sede la partecipazione di tanta gente affinché da questo posto parta il riscatto del territorio. Vorrei che non ci fossero più eroi, ma solo imprenditori  che non debbano pagare più alcun tipo di pizzo”.

lunedì 12 maggio 2014

A IVREA PRESIDIO DI LIBERA INTESTATO A DOMENICO NOVIELLO. IL16 MAGGIO LA FAI, LIBERA E IL COMITATO DON DIANA LO RICORDANO A CASTEL VOLTURNO


E’ stato intitolato a Domenico Noviello, l’imprenditore originario di San Cipriano di Aversa ucciso dalla camorra, il presidio di Libera di Ivrea (To). La cerimonia è avvenuta sabato scorso alla presenza del figlio Massimiliano, in via Arduino,  dove è stata scoperta una targa con la scritta: “Domenico Noviello: un uomo libero e dignitoso che si rifiutò di inchinarsi alla prepotenza della camorra”. Domenico, “Mimmo” Noviello, titolare di una autoscuola, nel 2001 aveva denunciato un tentativo di estorsione da parte del clan Bidognetti. Noviello fece condannare i suoi estorsori testimoniando al processo contro i camorristi che avevano chiesto il pizzo. Sette anni dopo la denuncia, il 16 maggio 2008, poco dopo le sette del mattino,  l’imprenditore fu ucciso a Castel Volturno, nei pressi di Baia Verde, da un commando di camorristi, tra cui anche alcuni di quelli denunciati nel 2001.
“Quando ci venne fatta la richiesta estorsiva, ne parlammo in famiglia – dice il figlio Massimiliano Noviello -  ricordo anche la sofferenza  di mia madre che 33 anni prima le fu ammazzato un fratello proprio perché si era ribellato ad un tentativo di estorsione. Decidemmo entrambi di denunciare, sia io che mio padre. Papà è stato assassinato per dare un messaggio sul territorio: questa è la sorte che tocca a chi denuncia. E’ stata dura. Ma mi conforta il fatto che dopo solo due anni a Castel Volturno è nata un’associazione antiracket di imprenditori  nel nome di Domenico Noviello”.
Intanto Venerdì 16 maggio, la Federazione nazionale delle Associazioni Antiracket (FAI),  ricorderà  proprio a Castel Volturno  Mimmo Noviello, in un evento promosso in collaborazione con Libera Caserta e con Il “Comitato don Peppe Diana”.
La commemorazione avrà inizio alle ore 10,30 in Piazzetta Domenico Noviello, località Baia Verde, con la presenza dei familiari. Alle ore 11,30 è previsto l’incontro tra il movimento antiracket con la Consulta degli studenti di Caserta.  Alle ore 18 ci sarà, invece, l’inaugurazione del bene confiscato assegnato all’associazione antiracket Castel Volturno “Domenico Noviello”.

«Ricordare Domenico Noviello - spiega Luigi Ferrucci, presidente dell’associazione -  vuol dire riparare ad un grave errore che fece la comunità quando lo lasciò solo, esattamente così come era successo con Libero Grassi in Sicilia. Il ricordo di Noviello vuol dire continuare ad esprimere il nostro convinto no al racket e vuol dire mostrare l’evidente cambio di mentalità che da quel tragico 16 maggio del 2008 si è generato a Castel Volturno. Tutto, poi, concorre ad incoraggiare sempre di più imprenditori, commercianti, operatori economici a denunciare qualsiasi forma di estorsione».

All’incontro del pomeriggio, oltre a Luigi Ferrucci presidente dell’associazione Antiracket, “Domenico Noviello”, interverranno  Rosario D’Angelo coordinatore regionale delle associazioni antiracket, Antonio Contarino commissario prefettizio del comune di Castel Volturno, Tano Grasso presidente onorario della FAI, Giuseppe Borrelli Procuratore Aggiunto della DDA di Napoli, Carmela Pagano Prefetto di Caserta, Elisabetta Belgiorno commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, Franco Roberti, Procuratore Nazionale Antimafia.