Ancora una volta, a funestare il Capodanno in provincia di Napoli c'è una vittima: non provocata dallo scoppio di petardi pericolosi, ma - come era successo altre tre volte, dal primo gennaio 2008 - da un proiettile vagante esploso durante i festeggiamenti di mezzanotte. È questa, al momento, la pista prevalente nelle indagini sulla morte di Marco D'Apice, il ristoratore napoletano trovato cadavere fuori del suo esercizio a Casandrino, popoloso comune dell'hinterland. D’Apice è stato portato all'ospedale «San Giovanni Bosco» di Napoli poco dopo la mezzanotte. Aveva delle ferite alla bocca causate molto probabilmente da un'arma da fuoco.
Ad avvalorare l’ipotesi della morte per arma da fuoco è stato il ritrovamento di alcuni bossoli calibro 7,65 anche se l'arma non è stata finora rinvenuta. Dinanzi al ristorante ci sono ancora i resti dei numerosi petardi esplosi per salutare l'arrivo del nuovo anno. La polizia, in ogni caso, non esclude che l'uomo sia stata raggiunto da qualche petardo. Sarà comunque l'esame medico legale, disposto dal pm di turno, ad accertare l'esatta causa del ferimento mortale. Negli anni passati, la barbara abitudine di sparare colpi di arma da fuoco aveva fatto vittime a Torre Annunziata, a Crispano e nei quartieri spagnoli di Napoli. Nella conferenza stampa di fine 2011, il questore Luigi Merolla aveva appunto richiamato questo dato: negli ultimi anni a Napoli e provincia non ci sono state vittime dei botti (anche se i fuochi illegali hanno causato centinaia di feriti e gravissime mutilazioni) ma a uccidere, più volte, è stato proprio il folle modo di celebrare con una pistola l'arrivo del nuovo anno.
Fonte: ANSA
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