giovedì 30 agosto 2012

TONINO ESPOSITO FERRAIOLI, SINDACALISTA DELLA CGIL. DOPO 34 ANNI ASPETTA ANCORA GIUSTIZIA


 Tonino Esposito Ferraioli il 30 agosto del 1978  aveva 27 anni. Lavorava alla FATME di Pagani. Faceva il cuoco ed era iscritto alla Cgil. Tonino era uno di quelli tosti. Perciò quando vide che qualcosa non andava alla carne che in fabbrica veniva fatta mangiare agli operai, Tonino si ribellò. Denunciò. Voleva tutelare la salute dei suoi compagni che quella carne di scarsa qualità certo non la meritavano. Ma nell’agro Nocerino-sarnese  gli imprenditori avevano deciso che le proteste degli operai non si risolvevano attraverso la mediazione del sindacato ma con l’intervento delle bande della camorra. Un’interpellanza parlamentare del deputato del PCI, Giuseppe Amarante, del 14 luglio 1980, mette assieme tutti gli episodi di quegli anni: l’uccisione appunto del sindacalista comunista della Fatme Esposito Ferraioli; l’aggressione di sindacalisti in una azienda agricola del Cilento; le intimidazioni agli edili del cantiere Maniglia di Nocera Inferiore; l’aggressione a braccianti nella piana del Sele; l’incendio dell’automobile di un lavoratore a San Marzano sul Sarno. Questi episodi si intensificano, in modo preoccupante, nel 1979, anno nel quale si verificano il ferimento, a colpi di pietra, del sindacalista Giordano, in un cantiere edile nel quale il padrone usa anche armi da fuoco; anno nel quale, nel corso di una vertenza sindacale in una struttura alberghiera, viene aggredito il sindacalista Cilento, segretario della camera del lavoro di Vallo della Lucania; o, ancora, anno nel quale si ha la presenza di decine di delinquenti, anche armati, i quali, al conservificio Feger di Angri, impediscono, con minacce e violenze, prima uno sciopero e poi persino la distribuzione di volantini sindacali; infine, sempre ad Angri, dove al calzaturificio Moscariello si hanno violenze padronali contro lavoratori e sindacalisti; vi sono poi, sempre nello stesso comune, i fatti accaduti al conservificio Vaccaro e al conservificio De Gregorio, o quelli accaduti nel vicino comune di Scafati al conservificio Chiavazzo». L’onorevole Femiano Crucianelli, intervenendo nel dibattito nello stesso giorno alla Camera dei Deputati, aggiungerà: «[...] Ci troviamo di fronte ad una sequela di fatti che, anche riletti oggi, fanno pensare ad un vecchio film americano che si chiamavaMassacrateli tutti senza pietà”. Quel vecchio film era la storia dell’inizio della formazione del sindacato in America, e rappresentava tutte le violenze che i lavoratori americani subivano negli scontri sul posto di lavoro…».
La sera del 29 agosto del 1978 Tonino era dalla sua fidanzata, Angela. Scese di casa attorno alla mezzanotte. Angela abitava in via Zito a Pagani. Tonino si recava da Angela ogni sera.  Dovevano sposarsi di li a poco. Lo aspettarono che scendesse per sparargli  un colpo di lupara nell’oscurità, come vigliacchi.

«L’omicidio di Antonio Esposito Ferraioli», affermò il sottosegretario Sanza nel dibattito alla Camera il 14 luglio 1980, «è ritenuto opera del pregiudicato Salvatore Serra e della sua banda, noti per aver imposto con minacce ed attentati dinamitardi il loro controllo su molte aziende industriali della zona». Alcuni anni dopo la morte di Tonino fu avviato un processo a carico di Giuseppe De Vivo, pregiudicato paganese, e di Aldo Mancino, imprenditore ed ex amministratore comunale Dc di Pagani. Il processo era nelle mani del sostituto procuratore Nicola Giacumbi. Lo stesso che sarebbe stato ucciso dalle Brigate Rosse. All’inizio degli anni ’90, furono prosciolti tutti e due gli indagati. Nel 2002 il pm antimafia Vito Di Nicola ha chiesto di riaprire l’indagine. Dopo 34 anni sono ancora impuniti i mandanti e gli esecutori dell’omicidio di Tonino. Non è giusto.

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