Dodici anni. Tanti ne sono passati dalla notte di San Lorenzo del 10 agosto del 2000, quando Gigi Sequino e Paolo Castaldi, due ragazzi di Pianura che guardavano tranquillamente cadere le stelle nella notte di San Lorenzo, furono uccisi da killer della camorra perché scambiati per guardiaspalle del boss Rosario Marra, genero di Pietro Lago, il capo dell’omonimo clan. Stavano progettando una vacanza insieme. Si conoscevano da piccoli. Le famiglie abitavano vicino. Dovevano andare in Grecia. Erano fermi in una macchina, una “Y10”, alla terza traversa san Donato, quando arrivarono i killer del clan Marfella-De Luca Bossa. Erano in quattro. Un paio scesero imbracciando le armi e facendo fuoco all’interno della “Y10”. Gigi è Paolo non ebbero nemmeno il tempo di rendersi conto di ciò che stava accadendo. Si spensero quasi subito. Il 19 dicembre 2004 gli inquirenti arrestarono Luigi Pesce, classe 1971, soprannominato ``Gigino 'o milanese''. Lo accusarono di essere uno dei componenti del commando di killer in azione il 10 agosto 2000. Nel processo per l’assassinio dei due giovani di pianura, lo stesso Pesce confermerà i fatti: “Signor Presidente, io sono pronto a collaborare per dare giustizia ai genitori di questi ragazzi e chiedo scusa sia a loro che a tutta l'Italia per un duplice omicidio commesso per errore”. Per l’uccisione dei due giovani di Pianura sono stati condannati all’ergastolo Eugenio e Pasquale Pesce. Gigi e Paolo avevano 20 e 21 anni. Gigi voleva fare l’aviatore. Si era iscritto alla facoltà di economia. Paolo lavorava in un supermercato al banco macelleria. Aveva una sensibilità non comune per gli animali. Si occupava di quelli abbandonati. Nessuno ha realizzato i propri sogni. Nella notte di san Lorenzo le stelle continuano a cadere. Il cielo piange anche per loro.
In questo blog, che ho chiamato “Dalla parte delle vittime”, racconterò storie e percorsi umani di vittime innocenti della criminalità organizzata e dei loro familiari. Delle iniziative per non dimenticare, del loro coraggio e di come hanno saputo trasformare la loro tragedia in un impegno collettivo per cambiare in meglio la nostra società (raffaele sardo 20.7.2011).
venerdì 10 agosto 2012
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