Trentadue anni fa la strage
alla stazione di Bologna. Si conosce quasi tutto di quell’attentato, tranne i
nomi dei mandanti. E quando si sta per arrivare vicini alla verità, ecco che arrivano anche i
depistaggi. I parenti degli 85 morti e dei 200 feriti aspettano di sapere ancora
il perché di quella strage. Sulla strage e sui tentativi di creare diversivi per allontanare i magistrati
dalla pista giusta per arrivare ai mandanti, interviene anche il segretario del
Pd, Pierluigi Bersani.
«Sono trascorsi 32 anni
dalla strage di Bologna, ma è necessario ribadire l'impegno affinché la verità
emerga nella sua interezza. La magistratura ha svolto il suo compito ed è
arrivata a sentenze definitive, tuttavia continuano i tentativi di
delegittimare il suo lavoro. Voglio dirti che noi faremo da argine al tentativo
di inquinare l'esito dei processi. Resta da capire chi fossero i mandanti
occulti e quali forze abbiano realmente operato per arrivare ad un esito non
democratico della vicenda italiana». Lo scrive il segretario del Pd, Pier Luigi
Bersani in un messaggio a Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione dei
parenti delle vittime in occasione del 32esimo anniversario della strage di
Bologna che cade domani 2 Agosto. «Una strage - prosegue Bersani - che ferì al
cuore Bologna e l'Italia intera. L'immagine dell'orologio della stazione fermo
alle 10.25 resta nella memoria collettiva come il segno più drammatico di un
evento che provocò la morte e il ferimento di tanti innocenti. Voi familiari
chiedete legittimamente che le ombre siano diradate e che il segreto di Stato
non impedisca di ricomporre ogni aspetto di una vicenda così importate e
dolorosa per la nostra storia».
«Voglio garantirti ancora
una volta - afferma Bersani - che il nostro impegno non verrà mai meno: sia per
fare chiarezza sui lati oscuri della strage; sia per fare in modo che le
vittime e i familiari vedano riconosciuti i loro diritti dal punto di vista
previdenziale. È necessario, pur nella difficile congiuntura che stiamo
attraversando, mettere in atto le norme di legge in vostro favore che sono
state già approvate. Continueremo a sollecitare il Governo che, da parte sua,
ha dato un segnale molto positivo tornando, dopo due anni di assenza, a
prendere parte alla commemorazione in ricordo delle vittime della strage». «Nel
ricordo di quelle vite innocenti lavoreremo per difendere la democrazia, per
renderla forte e radicata nei sentimenti degli italiani. Perché le minacce non
sono mai terminate e la strage di Bologna è un ammonimento a mantenere alta
l'attenzione, a lavorare affinché la democrazia non deperisca e trovi la forza
per rinnovarsi nel segno della fedeltà alle nostre radici costituzionali. Senso
di giustizia e bisogno di verità ci spingono a chiedere allo Stato di fare la
propria parte e a sostenere le vostre ragioni che sono le ragioni dell'Italia»,
conclude.
«La Strage di Bologna del 2
agosto 1980 fu uno degli attentati terroristici più gravi della storia del
nostro Paese. Quella violenza inusitata, che voleva minare fin dalle fondamenta
la democrazia e la Costituzione, provocò 85 morti e 200 feriti». Così il vice
presidente del Senato Vannino Chiti alla vigilia del giorno in cui si ricorda
la Strage di Bologna. «Il modo più giusto per rendere omaggio alle vittime
innocenti e ai loro familiari è mantenere alta la memoria e fare finalmente
piena luce sulla strage, sulle responsabilità individuali e sui mandanti. È
importante il fatto che il governo, dopo due anni di assenza da parte dei
rappresentanti di quello precedente, sia presente alla commemorazione della strage»,
conclude.
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