martedì 26 luglio 2011

IL 26 LUGLIO RITA ATRIA DECIDEVA DI ANDARSENE


“Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo ”. E' stata Rita Atria a scrivere queste parole, una ragazza di 18 anni, cresciuta in ambienti mafiosi, ma che dinanzi al cadavere del fratello Nicola, crivellato di colpi, decide di rompere il muro di omertà e di farla finita con la mafia. Si affiderà nella mani del giudice Paolo Borsellino.  E' il  5 novembre del 1991 quando Rita decide di farla finita col mondo in cui era cresciuta. Quella mattina invece di andare a scuola si reca nell’ufficio di Paolo Borsellino,  procuratore a Marsala. ”Mi chiamo Rita Atria e mi presento alla signoria vostra per fornire notizie e circostanze legate alla morte di mio fratello e all’uccisione di mio padre”. Paolo Borsellino capirà fino in fondo l'importanza di quel gesto. Gesto di rottura di valori e tradizioni familiari radicate nel tempo. Un gesto forte che  avrebbe avuto conseguenze devastanti sulla sua fragile esistenza.

Paolo Borsellino la proteggerà a la porterà in un luogo sicuro, in un appartamento di via Amelia, nel quartiere Tuscolano a Roma. Rita Atria vivrà insieme alla cognata, Piera Aiello. Borsellino la convince a non mollare gli studi. Rita, infatti, fa gli esami di maturità. Siamo a luglio del  1992. Il 19 di quello stesso mese, però, Paolo Borsellino viene fatto saltare in aria insieme alla sua scorta, gli agenti: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Sopravviverà solo l'agente Antonio Vullo. Per Rita è un ulteriore tragedia. Con la morte di Borsellino è come aver perso  per la seconda volta il padre. Non ce la farà a reggere quel peso. Sciverà tutta la sua sofferenza in un diario che le regalò "zio Paolo". E il 26 luglio Rita apre lòa finestra al penultimo piano di quell'appartemento di via Amelia e si lancia di sotto. 
Qualche tempo dopo i funerali la madre, con un martello, fracasserà la lapide sulla tomba della figlia nel cimitero di Partanna.

Oggi pomeriggio alle ore 18,00 a Roma, al n. 23 di via Amelia, si ricorda Rita Atria, testimone di giustizia che aveva provato a rompere il muro di omertà che da sempre circonda la mafia. Ci saranno, tra gli altri, don Luigi Ciotti (Presidente di Libera), Pino Maniaci (Telejato), Dale Zaccaria (Attrice e scrittrice), Stefano Pierpaoli (Regista).

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