In questo blog, che ho chiamato “Dalla parte delle vittime”, racconterò storie e percorsi umani di vittime innocenti della criminalità organizzata e dei loro familiari. Delle iniziative per non dimenticare, del loro coraggio e di come hanno saputo trasformare la loro tragedia in un impegno collettivo per cambiare in meglio la nostra società (raffaele sardo 20.7.2011).
sabato 29 ottobre 2011
A ROMA SI LAVORA PER CONSULTA FAMILIARI VITTIME TERRORISMO
PIERO GRASSO: DIETRO LE STRAGI DI MAFIA SI INTRAVEDE DELL'ALTRO
STRAGE DI USTICA: LEGALE VITTIME, SI VA VERSO NUOVO PROCESSO
venerdì 28 ottobre 2011
GIOVANNI POMPONIO VICE BRIGADIERE DELLA POLIZIA DI STATO, VIENE UCCISSO DURANTE UNA RAPINA
Doveva andare in pensione il 2 novembre. Mancano solo quattro giorni per quel traguardo raggiunto dopo 37 anni di servizio. Il 28 ottobre del 1975 è di riposo settimanale, ma Giovanni Pomponio, vice Brigadiere della polizia di Stato, in servizio alla Polfer di Napoli, non si fa pregare più di tanto. Il dovere lo chiama. Servono agenti all'ufficio cassa presso la stazione centrale di Napoli. Per i ferrovieri è un giorno di paga. Giovanni obbedisce. In quella cassa ci sono circa 500 milioni di lire. 475 vengono trasferiti in altro ufficio con la scorta di 5 uomini, i rimanenti 25 restano alla cassa con la sorveglianza di Giovanni Pomponio. Giovanni non sa che quella mattina ci sono anche altre persone che vogliono quei soldi: una banda di criminali che tenta di rapinare gli stipendi dei ferrovieri. Giovanni Pomponio reagisce. Gli sparano alle spalle. Lo colpiscono alla nuca ferendolo mortalmente. Morirà due giorni dopo, il 30 ottobre del 1975.
"Fulgido esempio di sacrificio spinto all'estremo". Così è scritto sulla medaglia d'oro al valor civile consegnata ad Antonietta Vigliotti, vedova di Giovanni Pomponio, rimasta sola con i due figli, Giuseppe e Sergio.
giovedì 27 ottobre 2011
A GENNARO DEL PRETE IL PREMIO BORSELLINO 2011 PER "L'IMPEGNO SOCIALE E CIVILE"
A Gennaro del Prete, figlio di Federico, il sindacalista dei commercianti ambulanti ucciso dalla camorra a Casal di Principe, il 18 febbraio del 2002, è stato assegnato il premio nazionale "Paolo Borsellino 2011", per la categoria "Impegno sociale e civile". La premiazione avverrà sabato 29 ottobre a Pineto, alle ore 10, al Teatro Polifunzionale.
Ecco anche l'elenco di tutti i premiati della 16^ edizione:
Per la categoria “Impegno culturale”:
Premiato il gruppo musicale de “I Giganti”.
Per la categoria “Impegno sociale e civile”:
la Cooperativa Sociale “I Colori”, Antonello Persico, Egidia Beretta Arrigoni (madre di Vittorio Arrigoni), Gennaro Del Prete, Rodrigo Jaimes Hidalgo.
In ricordo di Enzo Biagi:
il giornalista Piero Comito.
In ricordo di Giuseppe D’Avanzo:
il giornalista Giuseppe Baldessarro.
In ricordo di Roberto Morrione:
il giornalista Andrea Pamparana.
Per la categoria “Impegno per la legalità”:
saranno premiati la Guardia di Finanza Regione Abruzzo, Giuseppe Narducci del “Progetto Legalità Comune di Napoli”, i magistrati Giuseppe Lombardo, Anna Canepa, Luca Tescaroli.
La manifestazione sarà conclusa dall'ex senatore Lorenzo Diana, Presidente della “Rete per la Legalità”.
venerdì 21 ottobre 2011
ATTILIO ROMANO': PENTITO CONFERMA CHE FU IL CLAN DI LAURO AD UCCIDERLO
Un articolo pubblicato ieri, 20 ottobre, sul Giornale di Napoli, conferma che l'assassinio di Attilio Romanò, avvenuto a Miano il 24 gennaio del 2005, fu eseguito da killer del Clan Di Lauro, in guerra con il gruppo degli scissionisti.
Ecco l'articolo pubblicato sul quotidiano napoletano:
«Ho saputo, quando ero nella villa bunker di Varcaturo che i killer che uccisero Romanò erano di “mezzo all’Arco” e quindi del clan Di Lauro». A parlare è Giovanni Piana, il pentito che sta raccontando i retroscena dell’omicidio di Attilio Romanò, massacrato durante la "guerra" di Scampia, e vittima innocente di una assurda faida. Cosimo Di Lauro, Mario Buono e Marco Di Lauro, latitante, furono rinviati a giudizio in Corte d'Assise, così come aveva chiesto la Dda di Napoli, poco meno di un anno fa. Ieri in aula doveva testimoniare Giuseppe Misso che però non si è presentato, mentre l'altro pentito, Giovanni Piana, in aula ha testimoniato: «Quando ero a Varcaturo, seppi che c’era un villa bunker da dove partirono i killer durante la faida. Lì seppi che erano stati quelli di “mezzo all’Arco”».
Ecco l'articolo pubblicato sul quotidiano napoletano:
«Ho saputo, quando ero nella villa bunker di Varcaturo che i killer che uccisero Romanò erano di “mezzo all’Arco” e quindi del clan Di Lauro». A parlare è Giovanni Piana, il pentito che sta raccontando i retroscena dell’omicidio di Attilio Romanò, massacrato durante la "guerra" di Scampia, e vittima innocente di una assurda faida. Cosimo Di Lauro, Mario Buono e Marco Di Lauro, latitante, furono rinviati a giudizio in Corte d'Assise, così come aveva chiesto la Dda di Napoli, poco meno di un anno fa. Ieri in aula doveva testimoniare Giuseppe Misso che però non si è presentato, mentre l'altro pentito, Giovanni Piana, in aula ha testimoniato: «Quando ero a Varcaturo, seppi che c’era un villa bunker da dove partirono i killer durante la faida. Lì seppi che erano stati quelli di “mezzo all’Arco”».
Sull'omicidio Romanò, a metà novembre, saranno ascoltati Biagio Esposito e Carmine Cerrato. Attilio Romanò, lo ricordiamo, fu vittima innocente delle sanguinosa faida di camorra tra i Di Lauro e gli scissionisti. Il delitto avvenne il 24 gennaio 2005. Nel corso del lavoro investigativo, coordinato dalla Procura Distrettuale Antimafia partenopea, i militari hanno potuto chiarire che l'omicidio avvenne nell'ambito delle vendette trasversali messe in atto durante lo scontro tra il clan camorristico dei Di Lauro e gli scissionisti, capeggiati dai boss Amato- Pagano. Infatti, la vittima designata avrebbe dovuto essere l'altro titolare del negozio di telefonia, Salvatore Luise, nipote del boss Salvatore Pariante, per anni fedelissimo e personaggio di spicco della cosca di "Ciruzzo 'o milionario", nei cui confronti era stata sentenziata una condanna a morte, colpevole di essere passato con gli "scissionisti". L'uomo si era appena allontanato dal negozio. Il killer, identificato nel ventenne, all'epoca, Mario Buono, che entrò in azione intorno alle 13, sparò contro la prima persona che si era trovato di fronte nell'esercizio commerciale di via Napoli a Capodimonte: appunto Attilio Romanò
mercoledì 19 ottobre 2011
ASS. VITTIME VIA GEORGOFILI: "VOGLIAMO VERITA' SU TRATTATIVA MAFIA E STATO"
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