sabato 16 marzo 2013

CENTINAIA DI PERSONE IN VISITA ALLA TOMBA DI DON GIUSEPPE DIANA NEL CIMITERO DI CASAL DI PRINCIPE


E’ una processione continua nel cimitero di Casal di Principe. Da alcuni giorni arrivano autobus da ogni parte d’Italia per visitare il luogo dov’è sepolto don Giuseppe Diana, il sacerdote ucciso dalla camorra il 19 marzo del 1994. Stamane è toccata ad una folta delegazione di ragazzi di un liceo scientifico di Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo.  Sono arrivati con due autobus dopo qualche giorno di permanenza a Scampia, nel centro di don Aniello Manganiello che è arrivato insieme a loro a Casal di Principe. Con i ragazzi, oltre ad alcuni loro insegnanti, anche  il sindaco di Scanzorosciate (BG),  Massimiliano Alborghetti e  una rappresentanza del Comitato per la difesa della Costituzione di Bergamo. Ad accogliere gli studenti  c’erano i due fratelli di don Peppe, Emilio e Marisa, Renato Natale, presidente dell’associazione “Jerry Masslo”, don Carlo Aversano, parroco della chiesa del santissimo Salvatore, Augusto Di Meo, il fotografo amico di don Peppe che testimoniò nel processo contro gli assassini del prete casalese.
 
E’ toccato a Renato Natale, sindaco  di Casal di Principe nel marzo del 1994, spiegare ai ragazzi cosa è avvenuto con la morte di don Diana. Di come le persone hanno resistito alla camorra e di come ora si sta trasformando Casal di Principe, grazie anche ai molti colpi che la magistratura ha inferto ai clan.  “La strada è ancora lunga – ha spiegato Natale – per affrancarci dai danni che ha prodotto la camorra. Ma quella che stiamo percorrendo credo sia quella giusta. La vostra presenza qui  ne è la testimonianza diretta”. Augusto di Meo ha ricordato quella mattina del 19 marzo di diciannove anni fa. Un racconto ascoltato tante volte, ma che suscita sempre la stessa emozione. Don Carlo Aversano, che sottoscrisse insieme a don Peppe il documento "Per amore del mio popolo", ha ricordato, invece, che il paese sta cambiando, lentamente, e che potrà cambiare ulteriormente con l'amore in Cristo.
 

“Fin da bambino non pensavo che la mafia, la camorra, fosse vicino a noi. Mi dicevano che riguardava solo il sud – ha detto uno dei ragazzi  bergamaschi – ma mi sbagliavo. Voglio ringraziare tutti voi -  ha aggiunto rivolgendosi ai presenti – perché vi state rialzando e ci state facendo rialzare”. “Siamo arrivati qui – ha spiegato uno degli insegnanti che accompagnava gli studenti – perché tre anni fa abbiamo cominciato un percorso per scoprire il senso di alcune parole. Le parole erano: memoria e impegno. Quest’anno abbiamo aggiunto un’altra parola: “saperi”. Per sapere da che parte stare. E abbiamo scelto di stare dalla parte della Costituzione e ci siamo posti l’obiettivo di andare a conoscere di persona le storie di persone e di luoghi che nei libri di storia non compaiono”.  “Sentire ragazzi che citano la Costituzione e vedere persone che in queste  terre la praticano è molto di conforto” ha detto Annalisa Zaccarelli, del  Comitato per la difesa della Costituzione di Bergamo.
 
I ragazzi prima di proseguire il loro viaggio per Sessa Aurunca, per raggiungere un altro bene confiscato dove ha sede la cooperativa “Al di la dei sogni”, sono voluti entrare ad uno ad uno nella cappella dove c’è la tomba di don Peppe Diana per  un attimo di raccoglimento davanti alle spoglie di colui che è diventato, suo malgrado, uno dei simboli della lotta contro la camorra. Un simbolo che però stenta ancora ad affermarsi proprio a Casal di Principe, dove la dirigente scolastica dell’Itc “Guido Carli”, ha pensato bene di non far partecipare i suoi alunni alla manifestazione in ricordo di don Diana prevista per martedì 19 marzo.

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