venerdì 16 marzo 2012

FAMILIARI VITTIME GEORGOFILI, TEMIAMO DEPISTAGGI SOFISTICATI SULLA STRAGE

«Per la prima volta abbiamo paura di tentativi di depistaggi sofisticati sulla verità per la strage di via dei Georgofili. Abbiamo sempre fortemente creduto in Gabriele Chelazzi e lo faremo fino alla fine dei nostri giorni sia come uomo, ma soprattutto come magistrato sagace, intelligente e preparatissimo, infatti Gabriele Chelazzi dopo attenta ricostruzione fissa la data del fallito attentato dell'Olimpico il 31 ottobre 1993. Sarà poi Gaspare Spatuzza, il pentito dell'ultima ora, colui che rivoluzionerà i processi per l'uccisione del Giudice Borsellino, a fissare una nuova data per il fallito attentato all'Olimpico nel 23 gennaio 1994. Per ora noi dobbiamo credere in ultima battuta a Gaspare Spatuzza, anche se come abbiamo sempre detto, siamo pronti in ogni momento a ricrederci se risulterà poco o male informato». Lo afferma, in una nota, Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili. «Inoltre - aggiunge Maggiani Chelli - è la motivazione di sentenza del processo a Tagliavia che in primo grado sancisce la nuova data del fallito attentato all'Olimpico, dopo di che ce ne corre dal cavalcare la nuova data del 23 gennaio 1994, giorno nuovo del fallito attentato all'olimpico, quale movente politico dei neri contro i rossi, ovvero della 'strategia della tensionè come ha lasciato intendere ieri sera l'on. Veltroni a 'Servizio Pubblicò di Michele Santoro. Per citare Gabriele Chelazzi che più volte lo ha detto a noi, diciamo: 'mai innamorasi di una tesì perchè potrebbe far comodo».

«Antonio Scarano, il collaboratore di giustizia che sosteneva che la data dell'Olimpico era il 31 ottobre 1993, data peraltro molto pertinente con i passaggi da 41 bis a carcere normale messi in atto in 'tutta solitudinè dal prof. Conso ai primi di novembre 1993, è morto anzitempo e non può più essere messo a confronto con Gaspare Spatuzza. Crediamo quindi a Spatuzza sicuramente sì, ma siamo terrorizzati da chi in una data, quella del 23 gennaio 1994, identifica tutta la Verità sulle stragi del 1993, che invece è ancora in parte da scrivere e la verità non sarà completa fintanto che il governo del 1993 non si deciderà a dire attraverso i suoi uomini di allora, tutto ciò che è accaduto il quel maledetto maggio ,senza opportunismi personali o quelli legati alla ragion di stato», conclude Maggiani Chelli.

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