Un pregiudicato di Nocera Inferiore (Salerno), dopo 29 anni, si autoaccusa dell'omicidio di Simonetta Lamberti, la figlia del giudice Alfonso Lamberti, all'epoca procuratore a Sala Consilina, nel Salernitano, assassinata il 29 maggio del 1982 a Cava de Tirreni, mentre era in auto col padre. Lo rivela il quotidiano «Metropolis», in edicola oggi, che per domani annuncia anche altre rivelazioni. Secondo il quotidiano, infatti, davanti al procuratore Vincenzo Montemurro un anziano pregiudicato del Nocerino avrebbe raccontato nuovi retroscena di quel delitto che sconvolse l'Italia intera.
Simonetta quel giorno era andata al mare col suo papà a Vietri sul mare. Al ritorno, erano circa le 16,30, gli assassini li stavano aspettando a Cava de' Tirreni. All’incrocio tra via Libertà e via della Repubblica un’Audi affianca la Bmw del magistrato. È un attimo. Dalla macchina sparano otto colpi con una pistola P38. Due arrivano a segno. Colpiscono il papà di Simonetta, Alfonso Lamberti alla spalla destra e alla testa. Ma uno dei proiettili rimbalza e colpisce Simonetta proprio alla testa. La bambina è ancora appisolata e non s’accorge di cosa accade in quei momenti attorno alla Bmw. L’Audi sgomma e sparisce a tutta velocità. La Bmw è ferma. Accorre gente. La macchina è piena di sangue. È il sangue di Simonetta e del suo papà. La bambina viene soccorsa e portata in ospedale. Morirà poco dopo.
Dei suoi assassini non si è saputo mai niente. Ora si potrebbe aprire uno spiraglio per avere finalmente giustizia per Simonetta e per i suoi familiari.
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