GENNARO DEL PRETE |
Tredici anni fa la
camorra ammazzava a Casal di Principe il sindacalista degli ambulanti, Federico
del Prete. Aveva denunciato il racket delle buste di plastica alla fiera
settimanale di Mondragone. E per questo venne ucciso. Ora il figlio
Gennaro, insieme a Massimiliano Noviello, figlio di Domenico, altra vittima
innocente della criminalità, ucciso dai killer del gruppo di Giuseppe Setola,
fonda una start-up per la distribuzione di buste biodegradabili e
compostabili. Una sorta di legge del contrappasso dove Gennaro e Massimiliano,
accomunati da un destino infame, provano a scrivere una pagina nuova della loro
vita, dando vita ad una cooperativa sociale che porterà avanti questo progetto.
La startup ha già
avuto il riconoscimento dell’ASIPS, l’azienda speciale della Camera di
Commercio di Caserta e tra pochi giorni verrà costituita davanti ad un notaio
la cooperativa sociale che porterà avanti l’iniziativa.
“Per la nostra
iniziativa imprenditoriale – dice Gennaro del Prete - Sono già stati stretti
accordi con la Novamont, l’azienda che produce materiali biodegradabili, per il
supporto alla distribuzione e con diverse Amministrazioni Comunali per
l'utilizzo dei sacchetti per la raccolta delle frazioni organiche delle
raccolte differenziate. Credo che faremo sicuramente bene. Inoltre c'è il
supporto delle reti antiracket FAI ed SOS Impresa. E’ una idea innovativa,
perché le buste che sono in circolazione per l’80 per cento non sono a norma”.
MASSIMILIANO NOVIELLO |
La sera del 18 febbraio 2002,
Federico del Prete era nel suo piccolo ufficio, in via Baracca. Una stanza a piano terra
e con una porta a vetri. Faceva freddo. Circolava poca gente per le strade.
Ai muri dell’ufficio qualche manifesto del sindacato. Una piccola bacheca
per gli appuntamenti. E dietro le sue spalle un crocifisso appeso. Fuori
l’ufficio una targa con la scritta Snaa, il sindacato dei
commercianti ambulanti, i “mercatari”, come si chiamano tra loro. Mancava
qualche minuto alle 19,30. Federico era al telefono. Una telefonata
concitata. Il giorno dopo doveva andare a testimoniare in un processo contro un vigile
urbano di Mondragone. Federico aveva denunciato il racket delle buste di
plastica. E in quel periodo temeva per la sua vita. La porta dell’ufficio
non era chiusa. Mentre continuava a parlare al telefono, una persona entrò di
botto. Aveva in mano una pistola calibro 7,65. Federico lo guardò. Restò
impietrito. Capì che era un killer della camorra. Da qualche settimana aveva
cominciato a temere seriamente per la sua vita. Ebbe appena il tempo di
rendersi conto di ciò che stava per accadere. Poi, cinque colpi in rapida
successione lo colpirono allo stomaco e al torace, lasciandolo per terra, senza
vita. Pochi attimi e il killer girò le spalle. Due passi veloci ed era sulla
strada. Scappò insieme ai suoi complici. Così moriva Federico del Prete.
FEDERICO DEL PRETE |
“L’impresa che è nata è
frutto anche delle denunce di mio padre – dice Gennaro del Prete – è
un’idea che ho partorito in una notte insonne. La mattina dopo ne ho parlato
con Massimiliano Noviello, che conosco da tempo, e con il quale mi accomuna un
tragico destino. Lui ha detto subito di si. Papà sarebbe
orgoglioso di questa iniziativa”.
Federico del Prete verrà
ricordato stasera in due diverse iniziative: alle 17 a Frattamaggiore,
nella sala consiliare del Comune del suo paese di origine, per iniziativa
del Comune e a Casal di Principe alle ore 18, dove il Comitato don Diana e
Libera porteranno dei fiori in via Baracca, sul luogo dove fu ucciso.
Nessun commento:
Posta un commento