Un momento della manifestazione |
Ricordato stamani a
Pignataro l’appuntato degli agenti di custodia, Nicandro Izzo, ucciso dalla
camorra il 31 gennaio 1983. Nell'Aula Magna dell’Istituto comprensivo “Madre
Teresa di Calcutta” (il cui capo d’istituto, Paolo Mesolella ha promosso l’iniziativa)
sono stati premiati 7 studenti con una borsa di studio intitolata a Nicandro
Izzo. Una manifestazione molto sentita, a cui hanno partecipato i responsabili
della polizia penitenziaria campana: il provveditore, i direttori ed i
comandanti delle carceri di Poggioreale, S Maria C. V. e Carinola, magistrati,
giornalisti, insegnanti, alunni e genitori, tanti genitori che hanno voluto
assistere alla manifestazione in una sala affollatissima.
"La giustizia funziona
solamente se ci crediamo - ha detto il giudice Raffaello Magi ai 180 studenti
presenti. Il codice penale dice che chi uccide deve essere punito con
l'ergastolo, ma non sempre questo succede, nonostante il martirio di tanti
uomini dello stato, come quello di Ignazio De Florio agente nel carcere di
Carinola e di Francesco Imposimato. Se non c'è chi punisce - ha continuato Magi
- chi accerta i fatti e la polizia penitenziaria che vigila sull'osservanza
della pena, la norma diventa inutile. "Vi chiedo scusa a nome di tutti, ha
aggiunto il giornalista Raffaele Sardo, rivolgendosi ai familiari di Nicandro.
Per voi questo giorno è un giorno di dolore. Vi chiediamo scusa, perché
ricordando, rinnoviamo in voi il dolore, ma bisogna trovare il tempo di
ricordare le persone che hanno dato la vita per servire lo Stato. Oggi a
Pignataro, Nicandro Izzo prende il posto che occupava la camorra". Molto
toccante anche l'intervento della dott.ssa Teresa Abate, Direttrice del Carcere
di Poggioreale, dove lavorava Izzo: "I manifesti di questa iniziativa - ha
detto - sono stati posti anche nel nostro carcere ed ho visto la fila degli
agenti e del personale che si fermavano a leggerli commossi. Molti lo
conoscevano. Nicandro svolgeva un lavoro delicatissimo in un carcere come
quello di Poggioreale dove c'erano 300 agenti mentre oggi ce ne sono 800.
Questo ci fa capire che lavoro massacrante svolgevano le guardie di
Poggioreale. "Il carcere è una struttura che deve essere gestita con il buon
senso del padre di famiglia - ha aggiunto
la dott.ssa Carmela Campi, Direttrice del carcere di Carinola - affinché si ritorni ad essere umani e
fratelli, nonostante i tanti errori”. Sono intervenuti anche Francesco Saverio
De Martino, Provveditore vicario dell'Amministrazione penitenziaria campana, Giuseppe Centomani, Direttore Distrettuale per
la Giustizia minorile in Campania e Carlotta Giaquinto, Direttrice del carcere
di Santa Maria C. V.
Nicandro Izzo |
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