Fu ucciso il 30 aprile del
1982 insieme al suo autista, Rosario Di salvo.
Pio La Torre, parlamentare e segretario regionale del Partito Comunista
Italiano, fu ammazzato da Cosa Nostra per
aver fortemente voluto una legge sulla confisca dei patrimoni ai mafiosi. La
mafia intuì che quella legge sarebbe stata devastante per la stessa
sopravvivenza di Cosa Nostra. La legge venne approvata in parlamento quattro
mesi dopo il suo assassinio (Rognoni - La
Torre). Gli atti del processo
che ha portato alla condanna di 9 boss per l'agguato, ma anche quelli di altri
delitti di mafia, da quello di Peppino Impastati a quello di Rocco Chinnici, e
gli atti della Commissione parlamentare antimafia, sono raccolti in un archivio
dedicato alla sua memoria. E alla memoria di Pio La Torre e Rosaro Di Salvo, il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano, ha assegnato il 12 aprile scorso una medaglia
d’oro al merito civile.
Nel giorno del trentesimo anniversario
dell’omicidio, in tanti hanno voluto ricordare La Torre e Di Salvo.
PIERLUIGI
BERSANI - «Pio La Torre è una figura storica forse
sottovalutata, alla quale invece bisogna ritornare in Sicilia e in Italia per
vedere quale rivoluzione c'è stata con la sua azione e il suo sacrificio». Ha
detto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, davanti alla lapide del
dirigente del Pci Pio La Torre e del suo autista Rosario Di Salvo, in via
Vincenzo Li Muli a Palermo. «La Torre riuscì a mettere la parola mafia senza se
e senza ma nella legislazione italiana - ha aggiunto - l'uomo che vide e per
bene il fenomeno mafioso e ha consentito allo Stato di avere risultati anche se
la battaglia è ancora aperta. È il segno di una buona politica, salda sua
figura nella battaglia alla mafia e per il lavoro, legalità e lavoro».
ANTONIO
DI PIETRO - “Il modo
migliore per ricordare Pio La Torre e Rosario Di Salvo è impegnarsi ogni giorno
per cancellare la mafia dalla vita di questo Paese». Lo scrive su Twitter il
presidente dell'IdV, Antonio Di Pietro, celebrando il trentennale della morte
di Pio La Torre, ucciso dalla mafia insieme a Rosario Di Salvo il 30 aprile del
1982 a Palermo.
SONIA
ALFANO - A 30 anni dall'uccisione di Pio La Torre, la
Presidente della Commissione Antimafia Europea, Sonia Alfano, ricorda
«l'impegno e il sacrificio del segretario regionale del Partito Comunista e del
suo autista, Rosario Di Salvo». «Sono passati tre decenni dalla morte di La
Torre, ma il suo ricordo e la sua memoria sono ancora il faro della lotta
contro la mafia. - afferma - Che l'attacco ai beni mafiosi fosse la chiave di
volta a livello globale, lo aveva capito prima di tutti». «Oggi, in suo onore e
in onore di tutte le vittime innocenti della mafia, - prosegue - insieme con la
prima Commissione Antimafia Europea che presiedo, mi batterò affinché il suo
esempio e le sue regole diventino realtà anche negli altri Paesi membri, dove
la lotta alla mafia ha ancora bisogno di un cambio di marcia».
GIUSEPPE
LUMIA - «Pio La Torre capì che la prima questione politica
per promuovere la crescita e lo sviluppo della Sicilia e del Paese era il
contrasto alla mafia, che controllava l'economia e condizionava la politica».
Lo dichiara il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione
antimafia, che ha partecipato a Palermo alla cerimonia di commemorazione del
segretario regionale del Pci Pio La Torre e del suo autista ed amico Rosario Di
Salvo, uccisi dalla mafia a Palermo il 30 aprile del 1982. «Il trentesimo
anniversario dell'assassinio di Pio La Torre - aggiunge Lumia - sia l'occasione
per tutti di riscoprire i valori autentici della politica nell'esempio di un
grande uomo, sindacalista e politico che ha speso la sua vita per l'affermazione
dei diritti e delle libertà dei cittadini, contro l'oppressione ed il
condizionamento mafioso».
WALTER
VELTRONI - «L'uccisione trent'anni fa di Pio La Torre per mano di
mafia segnò uno dei punti più terribili della nostra storia. Allora però iniziò
una reazione forte, capace di mobilitare coscienze e di imporre leggi
necessarie a combattere la criminalità organizzata». Lo afferma Walter Veltroni
del Pd. «Ricordare Pio -aggiunge- non è solo un dovere civile, ma deve essere
anche uno sprone e un monito a fare della lotta alla mafia e in difesa della
legalità un dovere condiviso da tutti. Con lui ho avuto un rapporto di
ammirazione e di amicizia, ricordo il suo impegno così totale e coinvolgente,
la sua trascinante carica umana, le sue battaglie in Sicilia. Per questo,
quando l'amministrazione di destra di Comiso decise di togliere il suo nome
all'aeroporto della città andai in piazza a parlare a migliaia di cittadini per
ricordarlo contro chi voleva cancellare la sua memoria». «Siamo in una fase
difficile per il Paese, una fase in cui la politica è chiamata ad essere di
esempio ai cittadini: ecco, Pio La Torre questa funzione di esempio l'ha svolta
pienamente, anche rischiando, anche alzando la voce», conclude.