martedì 11 dicembre 2012

A 32 ANNI DELL'OMICIDIO DEL SINDACO DI PAGANI, MARCELLO TORRE, SI CERCANO ANCORA I MANDANTI POLITICI


Fare luce sui  mandanti politici del delitto di Marcello Torre. Sono passati trentadue anni dalla mattina dall'11 dicembre del 1980, quando  poco dopo le 7,00, fu ucciso il sindaco democristiano di Pagani, Marcello Torre. Un delitto che ha visto la condanna come mandante di Raffaele Cutolo, il capo della Nuova Camorra Organizzata, ma mancano ancora all’appello i mandanti politici di quel delitto.

 
Il procuratore capo di Salerno, Franco Roberti, in un’intervista al quotidiano “la Città”, che stamani è uscito con un supplemento di otto pagine per ricordare il sindaco che sognava “una Pagani libera e civile”, è stato chiaro in proposito: “La sentenza giudiziaria si è fermata a quel punto, a quel livello di verità”. E ha aggiunto subito dopo: “Il delitto Torre, che io paragono per molti aspetti al delitto di Piersanti Mattarella a Palermo, è uno di quei delitti sui quali non si può  mai mettere una pietra sopra, che non si può mai dichiarare archiviati definitivamente. E questo perché  l’azione e l’opera di Marcello Torre, come avvocato e soprattutto come pubblico amministratore integerrimo, sono da inserire  nel contesto politico e purtroppo anche criminale di quegli anni, e ci impongono di continuare a sperare di poter verificare la fondatezza o meno dell’ipotesi di una pista politica per questo omicidio”. Dunque le indagini su quel delitto sono sempre aperte. E’ quello che hanno chiesto sempre a gran voce in tutti questi anni, Lucia e Annamaria Torre, la moglie e la figlia di Marcello  che non hanno mai lasciato spegnere i riflettori su quella che è non solo una  tragedia familiare, ma di tutta la comunità paganese. Si, perché Marcello Torre, come ha ricordato don Luigi Ciotti stamattina: “era il volto pulito della politica, serviva la gente invece che servirsene. Amava la politica perché amava le persone e questo territorio che voleva contribuire a cambiare".


Nel corso della cerimonia per ricordare Marcello Torre, tenuta come sempre, nell’aula magna del liceo scientifico “Mangino”, e coordinata da Riccardo Christian Falcone, è stato anche ricordata la figura di Amato Lamberti, sociologo, presidente della provincia di Napoli e tra i fondatori del premio “Marcello Torre”. Lamberti è stato ricordato da Luciano Brancaccio, un suo allievo e ora collega, docente di sociologia umana alla Federico II.  Nel corso della mattinata c’è stato anche l’intervento di  Vittorio Mete, ricercatore di sociologia all’università della Magna Grecia di Catanzaro; la testimonianza importante, del sindaco di Corsico (MI), Maria Ferrucci,  in prima linea nella lotta contro la ‘ndrangheta al nord, e di Andrea Campinoti, presidente di Avviso Pubblico. Al termine del dibattito, dove sono intervenuti molti familiari di vittime innocenti della criminalità e del terrorismo, e tantissimi studenti, è stato assegnato per la trentesima volta  il premio nazionale per l'impegno civile "Marcello Torre". Un premio  che quest’anno è andato a Milena Gabanelli, giornalista e conduttrice della trasmissione “Report” (il premio è stato ritirato da Giorgio Mottola)  e agli autori del libro "Il casalese". Un attestato di merito è andato invece alla giornalista Tiziana Zurro.

 

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