“Mi dissocio fisicamente e moralmente dalla condotta dell’associazione e dai miei sodali di un tempo”. Il boss di Cosa Nostra, Gaetano Giovanni D'Angelo ha pronunciato queste parole in video conferenza durante l'udienza del processo "Green Line" il 17 ottobre scorso in svolgimento a Caltanissetta e gli sono bastate per evitare il carcere duro e l'isolamento previsto dall'art. 41bis riservato ai detenuti perisolosi affiliati alla criminalità organizzata. La notizia l'ha riportata il 30 dicembre il sito del "Fatto Quotidiano", con un articolo a firma di Giuseppe Pipitone. In cambio della dissociazione, il ministro della Giustizia, Paola Severino, gli ha revocato il regime del carcere duro, dopo il parere favorevole della Dda di Caltanissetta. Il boss era già stato condannato in primo grado a sei anni e quattro mesi.
Secondo quanto riportato dal sito del Fatto Quotidiano, il suo legale, l’avvocato Antonio Impellizzeri, dopo la dissociazione del detenuto, ha inoltrato immediatamente istanza al Ministero della Giustizia e alla vigilia di Natale è arrivato il via al trasferimento per D'Angelo.
Nell'articolo si fa anche riferimento alla dissocazione come una delle strategie di Cosa Nostra adottata al solo fine di evitare il carcere duro per i suoi affiliati. Una strategia che Totò Riina, il capo della mafia siciliana, indicò nel suo famoso "Papello".
Ecco il link dov'è possibile leggere l'articolo completo.
Nessun commento:
Posta un commento