mercoledì 14 settembre 2011

29 ANNI FA VENIVA UCCISO ANTIMO GRAZIANO BRIGADIERE AGENTI DI CUSTODIA

È un martedì, martedì 14 settembre 1982, quando il brigadiere degli agenti di custodia Antimo Graziano viene ucciso sotto casa a Piscinola, un quartiere alla periferia di Napoli nord. Da sei anni dirigeva l’ufficio matricola nel carcere di Poggioreale. Un ufficio importante perché lì vengono decisi i trasferimenti, i permessi e la destinazione di ogni singolo detenuto all’interno dei padiglioni del carcere. Su quell’ufficio ci sono da tempo le attenzioni dei clan della camorra. Antimo Graziano, un omone dall’aria bonacciona, era già stato minacciato. Gli arrivano molti “consigli” interessati, ma lui non ha mai ceduto alle pressioni e alle minacce. Il clima nel carcere è pesante. Aveva deciso di andarsene in pensione. Non voleva rischiare la vita, come già avevano fatto altri suoi colleghi.

Quel giorno il brigadiere Antimo Graziano finisce il turno di lavoro alle quattordici. Il tempo di riordinare l’ufficio e di dare la consegna delle cose da fare al suo collega e via, verso casa. Ma non sa che lì, proprio sotto casa, in via del Salvatore, nel popoloso quartiere di Piscinola, nel posto che lui ritiene più sicuro del carcere, un killer della camorra lo aspetta per ammazzarlo. Graziano arriverà una quarantina di minuti dopo aver finito il turno di lavoro. Il killer lo aspetta in un punto strategico. Deve passare per forza da lì. E si piazza in modo che la visuale sia sempre la migliore. Il quartiere di Piscinola, a nord di Napoli, al confine con Mugnano, circondato dagli altri affollatissimi quartieri di Scampia, Miano, Marianella, è un dedalo di viuzze, una addosso all’altra. Ma quando il brigadiere Graziano smonta il turno al carcere di Poggioreale, alle quattordici, non ci sono molte auto per strada. Il traffico è ridotto.

Le staffette avvisano che l’hanno visto partire dal carcere a bordo della sua Fiat 127. Sono in due su un motorino ad aspettarlo. Antimo Graziano, dopo aver imboccato via del Salvatore, una strada in discesa che conduce alla piazza principale di Piscinola, percorre qualche decina di metri e poi rallenta per svoltare nel portone della propria abitazione. «Eccolo, è lui, sta arrivando». Lo vedono. È quasi vicino casa. Uno scende dal motorino e si materializza all’improvviso. È a viso scoperto. Si avvicina all’automobile, non gli dà nemmeno il tempo di scendere dalla macchina. E spara ripetutamente contro Graziano con una pistola a rotazione. La polizia, infatti, non troverà nessun bossolo a terra. Graziano viene colpito al viso, al collo e al braccio. Si accascia sul volante. L’automobile, ormai senza guida, continua la marcia sulla strada in discesa finendo contro il muro di una chiesa.

L’assassino, dopo aver sparato, si allontana velocemente a piedi per via del Salvatore, raggiunge la piazza, dov’era ad attenderlo il complice a bordo di un motorino. Subito dopo fuggono in direzione del centro di Napoli. Per Antimo Graziano, quarantacinque anni, non c’è niente da fare. In meno di un minuto il brigadiere e capo del delicatissimo ufficio matricola del carcere di Poggioreale, muore davanti casa sua.
Antimo Graziano era nato a Bellona, in provincia di Caserta, il 4 giugno del 1937. Era sposato con Maria Rosaria Marano, di trentanove anni e aveva due figlie, Concetta, di sei anni e Rosanna di due. Si era arruolato venticinque anni prima nel corpo delle guardie di custodia. Da sei era in servizio all’ufficio matricola di Poggioreale. Ma era troppo pericoloso. Aveva deciso di dedicarsi alla famiglia e uscirsene da quell’inferno di Poggioreale. Non gliene hanno dato il tempo.

Tratto dal mio libro "Al di là della notte" - Ed. Tullio Pironti

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