Il
Comune di Caserta intesta una strada a don Pino Puglisi e una a don Giuseppe
Diana, ma nella tabella del prete ucciso a Casal di Principe, omette di
scrivere che è stato ucciso dalla camorra. Una scelta criticata dalle associazioni
anticamorra e soprattutto dalla famiglia
di don Diana che chiede di sostituirla. L’iniziativa di dedicare due strade a
due preti uccisi dalle mafie, è stata fortemente voluta dai padri Sacramentini
di Caserta che gestiscono la parrocchia di Sant’Augusto Vescovo,
ospitata nella struttura dalla Tenda di Abramo in via Borsellino. Il Comune ha
aderito alla richiesta, scegliendo due piccoli slarghi nei pressi di via
Borsellino, che distano circa 500 metri tra di loro. Alla cerimonia di
inaugurazione, avvenuta venerdì sera alla presenza del Sindaco di Caserta, Pio
del Gaudio, e del vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, sono state scoperte
le due tabelle stradali dove sulla prima c’è scritto: “Largo Giuseppe Puglisi, sacerdote – vittima della
mafia 1937 – 1993”, mentre sulla
seconda c’è scritto “Largo Giuseppe Diana, sacerdote – medaglia
d’oro al valor civile 1958 – 1994”.
“Mio fratello non è certo caduto dal terzo piano di un
fabbricato in costruzione – dice con un amaro filo d’ironia Emilio Diana, il
fratello di don Peppe, dopo aver appreso della notizia – omettere di scrivere
che è stato ucciso dalla camorra è occultare la verità. Non riesco a capire come
ancora adesso c’è chi ha paura di pronunciare la parola camorra”. I due preti, don
Puglisi e don Diana, furono uccisi a distanza di sei mesi l’uno dall’altro. Don
Puglisi il 15 settembre 1993, nel giorno del suo 56° compleanno, mentre don
Diana fu ammazzato il 19 marzo 1994, quando aveva 36 anni, nel giorno del suo
onomastico. Ma per don Diana questa è una vicenda che ritorna. Nel giorno dei
suoi funerali, il 21 marzo del 1994, fu l’allora vescovo di Aversa, Lorenzo
Chiarinelli, a omettere la parola camorra nella sua omelia funebre. Qualcuno
gli aveva suggerito di stare attento a sbilanciarsi perché don Diana “era stato
ucciso per una vicenda di donne”. Un depistaggio messo in atto dagli stessi
uomini della camorra per infangare la memoria del prete di Casal di Principe.
Da più parti, intanto, si sono levate voci per rimuovere quella tabella e
modificarla. Emilio Diana è d’accordo e dice: “Quella tabella così anonima
rischia di offendere la memoria di mio fratello. Mi appello al Sindaco della
città di Caserta affinché la faccia sostituire con la scritta esatta: “Giuseppe
Diana, sacerdote – vittima della
camorra 1958 – 1994”. Intanto lunedì mattina
cominceranno le riprese per la fiction su don Diana: “Per amore del mio popolo”,
che andrà in onda su rai1 il 19 marzo dell’anno prossimo. Il primo ciak nella piazza di Frignano, a
pochi passi da Casal di Principe.
E' la sola tattica "politica" del dire e non dire per non assumersi responsabilita' e non inimicarsi nessuno. Ma la cosa piu' grave e' che non scrivere " vittima delle mafie" giustamente, e' un non prendere posizione e quindi a rimandare ad incerte motivazioni i fatti che determinarono l'assassinio di Don Diana , che fu un chiaro omicidio mafioso!Ben farebbe il sindaco di Caserta a correggere la tabella o a rimuoverla definitivamente!
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