Mentre depone nel carcere di Rebibbia a Roma, nel corso del processo Borsellino quater nell'aula bunker di Rebibbia, Gaspare Spatuzza torna sulla strage di via dei Georgofili a Firenze: «Se uccido, come a Firenze, persone inermi siamo su un versante abnorme anche per il linguaggio mafioso». Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, commenta in una nota: «Un linguaggio abnorme anche per la mafia - il massacro di bambini e ragazzi - ripete il boss che collabora con la giustizia, tanto abnorme che non riusciamo a capire come, dopo 20 anni ancora, si nasconda, a chi ne ha diritto, ciò che è successo a Firenze la notte del 27 Maggio 1993. Ovvero chi, oltre la mafia, ha trattato vantaggi dal massacro sotto la Torre dè Pulci». «Giuseppe Graviano lo sa e noi a lui ci appelliamo -prosegue Maggiani Chelli- collabori con la giustizia signor Graviano Giuseppe e dica al mondo chi da 20 anni tiene l'Italia in ostaggio con quel tritolo che 'cosa nostra' usò a Firenze, in via dei Georgofili, per farsi abolire il 41 bis e non farsi confiscare i denari nelle banche. Abbiamo visto morire i nostri figli, ma siamo disposti a sostenerla per un suo eventuale pentimento che porti ad una collaborazione chiarificatrice. La sosterremmo fino in fondo». (Fonte: Adnkronos)
In questo blog, che ho chiamato “Dalla parte delle vittime”, racconterò storie e percorsi umani di vittime innocenti della criminalità organizzata e dei loro familiari. Delle iniziative per non dimenticare, del loro coraggio e di come hanno saputo trasformare la loro tragedia in un impegno collettivo per cambiare in meglio la nostra società (raffaele sardo 20.7.2011).
martedì 11 giugno 2013
ASS. VITTIME GEORGOFILI, GRAVIANO COLLABORI, LO SOSTERREMO FINO IN FONDO
Mentre depone nel carcere di Rebibbia a Roma, nel corso del processo Borsellino quater nell'aula bunker di Rebibbia, Gaspare Spatuzza torna sulla strage di via dei Georgofili a Firenze: «Se uccido, come a Firenze, persone inermi siamo su un versante abnorme anche per il linguaggio mafioso». Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, commenta in una nota: «Un linguaggio abnorme anche per la mafia - il massacro di bambini e ragazzi - ripete il boss che collabora con la giustizia, tanto abnorme che non riusciamo a capire come, dopo 20 anni ancora, si nasconda, a chi ne ha diritto, ciò che è successo a Firenze la notte del 27 Maggio 1993. Ovvero chi, oltre la mafia, ha trattato vantaggi dal massacro sotto la Torre dè Pulci». «Giuseppe Graviano lo sa e noi a lui ci appelliamo -prosegue Maggiani Chelli- collabori con la giustizia signor Graviano Giuseppe e dica al mondo chi da 20 anni tiene l'Italia in ostaggio con quel tritolo che 'cosa nostra' usò a Firenze, in via dei Georgofili, per farsi abolire il 41 bis e non farsi confiscare i denari nelle banche. Abbiamo visto morire i nostri figli, ma siamo disposti a sostenerla per un suo eventuale pentimento che porti ad una collaborazione chiarificatrice. La sosterremmo fino in fondo». (Fonte: Adnkronos)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento