lunedì 29 agosto 2011

LIBERO GRASSI. IN UN LIBRO L'ALBUM DI FAMIGLIA E LA SUA STORIA

«È stato come aprire una scatola di ricordi con una protagonista d'eccezione». Chiara Caprì, studentessa di Medicina di Palermo e socia del comitato Addiopizzo, riassume cosi il senso del volume 'Libero, l'imprenditore che non si piegò al pizzò (Castelvecchi editore) scritto insieme alla vedova Pina Maisano Grassi. Il libro racconta l'amore e le battaglie per la legalità dell'imprenditore ucciso vent'anni fa a Palermo per essersi opposto al pagamento del pizzo. «Molti conoscono la figura di Libero per le sue scelte coraggiose che lo hanno reso un simbolo dell'antimafia, ma a me interessava conoscere l'uomo, attraverso i suoi difetti o il rapporto con i figli - spiega l'autrice - da questa curiosità sono nate delle lunghe chiacchierate con Pina Grassi che ha aperto con me una scatola di ricordi molto intima e privata». Nel testo non mancano, infatti, immagini inedite della coppia, ma anche «messaggi che avevo diviso - dice Pina Grassi - in 'lettere d'amore e di guerrà, dove i toni romantici si alternano a quelli più accesi dei litigi, perchè come coppia io e Libero facevamo discussioni molto accese». Nel libro vengono affrontati anche gli anni della militanza di Maisano tra le fila del partito Radicale e le battaglie condotte in prima linea; come testimonia lo scambio di lettere avvenuto nel 1993 tra Pina Grassi, allora componente della Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato e il politico Giulio Andreotti, accusato di associazione mafiosa. «Lei nella sua posizione non poteva non sapere, visti i suoi rapporti con Lima e Ciancimino, quale fosse la situazione a Palermo, non è cosi?» chiede la vedova Grassi nella lettera. All'iniziale silenzio segue una replica di Andreotti: «Mia cara signora, appena tutto questo sarà finito, risponderò alla sua domanda». Un silenzio durato fino al 2003, quando, terminati i processi a carico del politico, Pina Grassi torna a scrivere: «Adesso che 'tutto questo è finitò io, che ho fiducia nei magistrati, vorrei sapere da lei». «La replica finale di Andreotti - dice Chiara Caprì - è stato un ringraziamento per una 'lettera gentile e per i ricordi di un periodo interessantè». È un passaggio fondamentale per capire come mai per 20 anni sia mancata una risposta non solo dalla città Palermo, ma dall'Italia intera«. Il volume sarà presentato questa sera alle 21 alla Tonnara Bordonaro; tra i relatori previsti, il magistrato della Dna Maurizio De Lucia, Domenico Gozzo, magistrato della Dda di Caltanissetta, Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, Tano Grasso, il giornalista Sandro Ruotolo e l'attore Claudio Gioè che leggerà alcuni passaggi del libro. Il 27 settembre il volume sarà presentato anche a Londra, nella sede della Ucl (University College London) con John Dickie, autore di 'Cosa Nostra, Storia della mafia sicilianà.

(FONTE: ANSA).

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