domenica 5 giugno 2016

CASAL DI PRINCIPE - UNA LAPIDE CON I NOMI DI 35 VITTIME INNOCENTI DELLA CAMORRA

Una lapide con i nomi di 35 vittime innocenti di camorra nella piazza principale di Casal di Principe.  “Un monito contro la dittatura militare della camorra degli ultimi trent’anni”. Ha detto il sindaco della città, Renato Natale che ha scoperto la lapide insieme al procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti, al Prefetto di Caserta, Arturo De Felice e a Salvatore Di Bona, rappresentante dei familiari delle vittime.  Centinaia di persone hanno assistito alla cerimonia in Piazza Mercato, a pochi passi dal Comune, dove hanno partecipato numerosi bambini delle scuole materne ed elementari di Casale per celebrare il 70 anniversario della nascita della Repubblica e la conclusione  del progetto ‘La Costituzione Non solo carta’, promosso dall’assessore alla Cultura Marisa Diana, dall'Arma dei Carabinieri della città, e dall'associazione "Diamo voce all'Arte", presieduta da Alfonso Letizia. Tra gli artisti che hanno collaborato alla riuscita della manifestazione, Maria Vittoria Nuccio e Davide Maisto. All'iniziativa hanno collaborato anche tutte le scuole di ogni ordine e grado di Casal di Principe.

“L’ultimo nome  in fondo all’elenco è quello del poliziotto Roberto Mancini, morto di tumore, riconosciuto vittima dell’inquinamento – ha precisato il sindaco Natale –anche lui è vittima della camorra, come centinaia di altri nostri concittadini morti di tumore. Sulla lapide ci sono solo i nomi delle vittime riconosciute ufficialmente. Ne mancano ancora molte, li aggiungeremo”.

Il sindaco Renato Natale con il procuratore
Dna Franco Roberti e il prefetto Arturo De Felice
“Questa manifestazione è anche l’occasione per dire che la costituzione non è solo un pezzo di carta – ha detto il Procuratore Antimafia, Franco Roberti -  La costituzione è materia viva, è il fondamento della nostra democrazia. E’ la ragione stessa del nostro voler stare insieme anche contro tutte le difficoltà, tutte le malefatte delle mafie. La democrazia è una conquista che deve essere difesa. Continuiamo a difenderla” Roberti, ha poi parlato delle scarcerazioni di boss che  hanno finito di scontare la pena: “Alla Direzione Nazionale Antimafia  abbiamo un sistema che tiene sotto controllo le scarcerazioni dei mafiosi e le comunica alle procure distrettuali competenti. Ma il pericolo c’è sempre. Molti  criminali, quando escono dal carcere, anche dopo lunghi periodi di detenzione, sono ancora giovani e in grado di riorganizzare le file dei clan. Cercano di rimettersi in gioco nel mondo del crimine. Perciò ci vuole uno sforzo particolare. Non bisogna perderli di vista.

 C’è il rischio  di un ritorno al passato finché non cambiano le condizioni socio economiche di un territorio. A Casal di Principe vedo la voglia di riscatto dei cittadini, molto è cambiato, ma se non si attuano quei progetti per il  rilancio sociale, culturale economico e soprattutto, non si avvia il superamento del degrado urbano, le strutture, gli insediamenti produttivi, cioè’ tutto quello che salva un territorio, è chiaro che prima o  poi si riprodurranno le condizioni che vedranno nuovi soggetti criminali cercare di riannodare le file con  il passato”.


“Questa piazza parla da sola – ha detto il prefetto di Caserta, Arturo De Felice -  Queste iniziative così partecipate servono. L’importante è che non siano solo riconducibili alla piazza, ma al quotidiano, ai luoghi di lavoro, nella scuola, nella famiglia. Sono convinto che Casal di Principe sarò trainante in questa rinascita della provincia di Caserta” 

Ha fatto capolino anche uno striscione di protesta contro la chiusura del posto di polizia di Casal di Principe. Ma è stato lo stesso Questore di Caserta, Francesco Messina,  ad assicurare che “il presidio non solo non chiuderà, ma sarà rinforzato nella presenza di uomini e mezzi”.


“A Casal di Principe vogliamo guardare avanti – ha concluso il sindaco Natale -  Ma lo dobbiamo fare ricordando cosa è stata per questi luoghi la dittatura militare della camorra, perché è sempre pronta a tornare e sempre pronta a portare sangue e lutti in queste terre.  Dobbiamo tenere la guardia alta e continuare a camminare decisi sulla strada intrapresa”.

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