A trent'anni dalla strage del Rapido 904, una cerimonia commemorativa, come avviene tutti gli anni, si è tenuta presso la stazione di Napoli da dove partì quel treno in cui morirono 16 persone. Una
corona di fiori è stata deposta al binario 11 della stazione Garibaldi da dove a mezzogiorno del 23 dicembre 1984, il treno si avviò verso Milano ma senza mai arrivarci. Rosaria Manzo, presidente dell'associazione vittime del Rapido 904, ha
ricordato che «ancora oggi attendiamo la verità dalle aule dei tribunali. Tutti
noi - ha aggiunto - lottiamo per i nostri diritti, con l'orgoglio di chi chiede
rispetto e di chi ha come obiettivo la ricerca della verità». La prossima
udienza del processo in corso a Firenze è fissata - come riferito - il 13
gennaio 2015. «Non ci fermeremo - ha proseguito Rosaria - davanti al nome
dell'esecutore o del mandante, vogliamo sapere il perché e se c'è stato un
groviglio tra politica, mafie, camorra e movimenti eversivi di destra e di
sinistra. Vogliamo - ha proseguito - la chiarezza, il Paese tutto ha bisogno di
una sentenza definitiva che sancisca la certezza del diritto». La cerimonia è
stata preceduta dalla consegna, da parte del sindaco di Napoli Luigi de
Magistris, di medaglie della città ai familiari delle 16 vittime napoletane che
persero la vita a bordo del Rapido 904. Alla commemorazione, tra gli altri,
hanno partecipato l'assessore regionale Pasquale Sommese, rappresentanti
istituzionali dei Comuni di Somma Vesuviana e di Ischia, il questore di Napoli
Marino, la Fondazione Polis, il Coordinamento campano dei familiari delle
vittime innocenti della criminalità e il presidente di Libero don Luigi Ciotti.
«Serve una grande
rivoluzione culturale che costringa lo Stato ad aprire quelle stanze in cui
sono nascoste tante verità», ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de
Magistris. Una giornata, quella di oggi,
che - ha sottolineato il sindaco - «non è solo di ricordo e di memoria, ma
anche momento per chiedere a chi deve di ricercare verità e giustizia perché -
ha aggiunto - uno Stato che ha paura della verità non è forte e non è
democratico». in Italia - Ha ricordato il sindaco di Napoli - sono «troppi i fatti per cui ancora
oggi non c'è giustizia e in cui si intrecciano politica, mafie e movimenti
eversivi. Napoli - ha concluso de Magistris - ha un grande cuore e vuole
lottare per la giustizia, per dare speranza a chi stenta ad avere fiducia nelle
istituzioni e per cacciare chi all'interno dello Stato si è macchiato di
collusione e di sangue»
«In Italia c'è
una democrazia malata e un pò pallida perchè non è possibile che non si conosca
la verità su alcuna strage». ha tuonato, il presidente di Libera, don Luigi Ciotti,
dal palco eretto sotto la stazione Garibaldi a Napoli. In
Italia il 75 per cento delle stragi avvenute è ancora senza verità: «La verità
- ha proseguito - è la condizione della democrazia anche se nella nostra
Costituzione questa parola, verità, manca e allora - ha aggiunto - la scriviamo
noi nelle nostre coscienze». Una parola 'verita« che - ha sottolineato il
presidente e fondatore di Libera - ȏ scomoda per gli assassini e per chi in
tutti questi anni ha coperto i motivi delle tante stragi impunite e che
attendono giustizia«. Ma, da don Ciotti, è venuto anche un invito a tutti "all' impegno a cui la memoria ci sfida perchè non dobbiamo solo commuoverci, ma
dobbiamo muoverci tutti di più per cercare la verità che è il miglior modo per
rendere vivi i morti".
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