CESA - Simularono
una rapina per ammazzarlo, ma il motivo vero della sua uccisione è da ricercare
nel fatto che non si volle piegare al clan di Raffaele Cutolo. Gennaro De
Angelis, agente di custodia nel carcere di Poggioreale, fu ucciso la sera del
15 ottobre del 1982. E’ stato ricordato stamani, in una cerimonia tenuta nella
scuola media “Bagno” di Cesa, alla presenza di don Luigi Ciotti, il presidente
di Libera, dell’atleta Marco Maddaloni,
del magistrato della DDA, Cesare Sirignano, familiari delle vittime di
innocenti della camorra, Valerio
Taglione del Comitato don Diana, il Questore di Caserta Giuseppe Gualtieri e
numerose altre autorità. Gennaro De Angelis era addetto alla spesa dei
detenuti. Gli avevano chiesto di far passare armi e di chiudere un occhio
durante i controlli. Disse di no. Il suo diniego lo condannò a morte. Quella
sera di trentuno anni fa due giovani entrano armati e a volto coperto nel
Circolo della Madonna dell’Arco nella piazza centrale di Cesa, a pochi passi da
Aversa. Dentro ci sono una trentina di persone che giocano a carte a vari
tavolini. “Fermi tutti, altrimenti vi ammazziamo”, gridano i due a volto coperto. Tutti pensano ad una rapina.
Invece i due giovani si dirigono decisi verso il tavolo dove sta giocando
Gennaro De Angelis e gli sparano alla testa a bruciapelo. Alcuni colpi
feriscono anche un’altra persona che era vicino alla vittima. Si tratta di
Pasquale Marino, sessanta anni, pensionato. Morirà qualche giorno dopo in
ospedale. Tutta la sparatoria dura meno di un paio di minuti. Fuori c’è l’auto
ancora in moto guidata da un altro complice. I due escono in fretta dal circolo
e salgono sulla vettura che li stava aspettando. Fuggono in direzione di
Aversa. Sono le venti e quindici del 15 ottobre 1982.
“Quei colpi di pistola –
ha detto don Luigi Ciotti – non hanno
ucciso solo Gennaro De Angelis e Pasquale Marino, ma hanno ucciso dentro anche
la giovane moglie Adele, e i figli, Vincenzo, Marianna e Annamaria. Allora – ha
proseguito - quei colpi o li sentiamo che hanno sparato anche a noi,
se no, non ha senso nulla. Voi troverete tanta gente che si commuove e poi
dimentica in fretta. Non basta commuoversi. Bisogna muoversi di più, tutti”.
Sul palco sono saliti testimoni
importanti della lotta contro la criminalità, chiamati ad uno ad uno da
Salvatore Cuoci, coordinatore della manifestazione. Davanti a centinaia di
studenti, Marco Maddaloni, che insieme ai suoi parenti a Scampia sta provando
da un po’ di tempo a recuperare ragazzi difficili, ha cercato di spiegare che
il bullismo può essere l’anticamera del
camorrista. “Essere furbetti è una cosa, essere delinquenti è un’altra. Bisogna
cominciare dalle scuole ad aiutare i bambini più deboli per farli diventare
grandi, esattamente come noi”. Ha premiato poi le squadre che hanno partecipato
ad un torneo di calcio in memoria di Gennaro De Angelis.
Per Valerio Taglione,
del Comitato don Diana, ricordare Gennaro De Angelis significa anche ricordare
anche tutte le vittime che in questi anni sono state ammazzate dalle mafie.
“Proviamo a dire ai familiari, noi
stiamo con voi. Ce la possiamo fare a costruire un territorio completamente
diverso. Ce la possiamo fare, ce la dobbiamo fare”. Per il magistrato della
DDA, Cesare Sirignano bisogna aiutare quelli che hanno più difficoltà. “Ho
visto troppi giovani nella aule di tribunale ricevere condanne molto serie e
tanti di quei giovani sono di queste terre. Non è bello che persone dell’età
dei miei figli debbano essere condannati
a pene così dure. E’ una sensazione molto brutta per un magistrato. Però - ha aggiunto - è importante diffondere
messaggi di speranza. Non bisogna cedere alle facile ricchezze. Non bisogna
seguire messaggi di prepotenza, ma bisogna aiutare le persone che hanno bisogno
di più. Altrimenti solo con le parole non riusciamo a cambiare molto”. Alla
fine della manifestazione, per tutti una grande torta, preparata dai ragazzi dell’alberghiero di
Cesa. Sopra c’era l’immagine di Gennaro de Angelis e i nomi di tutte le vittime
della camorra della provincia di Caserta.
La manifestazione in ricordo di Gennaro De Angelis è stata promossa da Libera, "Comitato don Peppe Diana", coop. "Carla Laudante", la Pro Loco di Cesa, e le associazioni "Vinci", "Cesarinasce", Labor Mentis", "Attiviamocinsieme", Coordinamento Campano familiari vittime innocenti e Fondazione Polis
La manifestazione in ricordo di Gennaro De Angelis è stata promossa da Libera, "Comitato don Peppe Diana", coop. "Carla Laudante", la Pro Loco di Cesa, e le associazioni "Vinci", "Cesarinasce", Labor Mentis", "Attiviamocinsieme", Coordinamento Campano familiari vittime innocenti e Fondazione Polis
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