venerdì 12 luglio 2013

INTITOLATA A DON PEPPE DIANA LA SALA CONSILIARE DI CASAL DI PRINCIPE


Iolanda di Tella la mamma di don Diana
“Si, ho piacere di questa manifestazione. Sono anche emozionata, ma vorrei che a mio figlio non fosse intitolato niente, perché vorrei averlo ancora qui con me”. Iolanda Di Tella la mamma di don Giuseppe Diana, ha le lacrime agli occhi. Nonostante i suoi acciacchi, è voluta essere presente alla cerimonia di intitolazione della sala consiliare del Comune di Casal di Principe che la commissione straordinaria, a cominciare dal Prefetto Silvana Riccio in testa, ha fortemente voluto. Iolanda è seduta in prima fila con a fianco i figli, Marisa ed Emilio.
La sala è piena. Lo spazio è poco per contenere tutti. Ci sono le autorità: il prefetto di Caserta, Carmela Pagano, il questore, Giuseppe Gualtieri, Il maggiore dei carabinieri, Alfonso Pannone, l’assessore regionale Daniela Nugnes, l’assessore alle politiche giovanili del Comune di Napoli, Alessandra Clemente, il magistrato Raffaello Magi, tantissime altre autorità, esponenti delle associazioni Libera, Comitato don Peppe Diana, il coordinamento per il riscatto. Imprenditori. Molti familiari delle vittime innocenti di camorra, i sacerdoti di Casal di Principe.
Il prefetto Silvana Riccio
E’ come se nessuno avesse voluto mancare a questo appuntamento che per la città è importante. Lo sottolinea innanzitutto il Commissario del Comune Silvana Riccio: “Abbiamo voluto questo momento mettendo semplicemente una targa, perché chiunque venga qui dopo di noi  dopo questa esperienza commissariale,  sappia che questa sala è intitolata a don Peppe Diana. Un sacerdote che ha detto che ognuno di noi si deve assumere la responsabilità di essere segno di contraddizione”.  
Don Tonino Palmese
“Ricordare don Peppino dando il suo nome a questa sala – ha detto Don Tonino Palmese, referente regionale di Libera -  Ci  ricorda due parole importanti: Memoria e impegno e pone  anche una responsabilità a tutti coloro che entreranno in questa sala come consiglieri comunali. Questo luogo non potrà essere più infangato dalla presenza  di criminali, ma dà anche un possibilità di conversione a tutti. Spinge ognuno di noi a fare la propria parte per poter cambiare il nostro presente, non solo per la nostra felicità, ma anche per la felicità degli altri”.
Il magistrato Donato Ceglie
“Don Peppino era un parroco che interpretava il messaggio di cristo ponendo prioritariamente nel suo impegno la mobilitazione della chiesa al centro della sua azione contro la camorra e contro le organizzazioni criminali – Il magistrato Donato Ceglie, amico di don Diana, ha voluto sottolineare l’aspetto religioso della figura del parroco ucciso dalla camorra -  Ed anche per questo, come è scritto a chiare lettere nelle pagine giudiziarie, che lui è stato ammazzato, perché simbolo di impegno per la legalità per la sua terra contro le organizzazioni criminali. Don Peppe un successo lo ha già conseguito – ha ribadito Ceglie -  queste che per decenni sono state terre di camorra, ora possiamo dire che sono le terre di don Peppe Diana”. 
Il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo
“Don Diana era un sacerdote, ma era anche un cittadino – ha sottolineato il vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo - I cristiani da sempre si sono posti il problema di essere cittadini e come vivere da cittadini animati dalla luce della fede. Ma posso dire a ragion veduta che non può esistere un buon cristiano che non sia un onesto cittadino. L’espressione “per amore del mio popolo non tacerò” – cita il documento scritto da don Diana -  “dice come il cristiano vive il suo ruolo di cittadino con l’atteggiamento del profeta, non per predire il futuro, ma con l’atteggiamento di chi in ogni situazione va a cercare le cause più profonde e nel fare questo, tende ad orientare il cammino di ciascuno verse una metà più grande. Don Diana è stato capace di tutto ciò.”
E’ stata poi la mamma di don Diana, Iolanda,  a scoprire la targa posta all’entrata della sala consiliare alla fine della cerimonia commemorativa. Una corona di fiori è stata infine deposta sulla tomba di don Diana alla presenza delle autorità e dei familiari di don Peppe. Dopo la cerimonia è stato presentato il libro “Mafie” presso l’Università per la legalità, alla presenza degli autori, il giornalista Giuseppe Crimaldi e il magistrato della DDA, Giovanni Conzo.

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