giovedì 24 aprile 2014

SPOSTATA LA LAPIDE CHE RICORDA GAETANO MONTANINO IN PIAZZA DEL CARMINE A NAPOLI

L’avevano ridotta ad un immondezzaio, ma stamani il Comune di Napoli ha dato nuovamente il decoro che merita alla targa in piazza del Carmine che ricorda Gaetano Montanino, la guardia giurata uccisa da due rapinatori la notte del 4 agosto 2009.  

Il cippo commemorativo è stato spostato su un’aiuola a pochi metri dalla strada e inaugurato con una cerimonia semplice, dall’assessore  alle politiche giovanili  del Comune di Napoli, Alessandra Clemente,  alla presenza della moglie di Montanino, Luciana di Mauro, della figlia, Veronica, di Don Tonino Palmese e Geppino Fiorenza coordinatori regionali di Libera, insieme a don Luigi Ciotti, presidente di Libera,  di numerosi familiari delle vittime innocenti della criminalità e Paolo Miggiano per la  Fondazione Polis.

Gaetano Montanino, 45 anni, guardia giurata e dipendente dell'istituto "La vigilante",  la notte del quattro agosto di cinque anni fa, era in auto con il suo collega, Fabio De Rosa, di 25 anni. I due vigilanti erano davanti ad un negozio di giocattoli in piazza del Carmine quando all’improvviso arrivano su uno scooter due giovani con i volti coperti da un casco. Sono Davide Cella e Salvatore Panepinto, giovani che girano intorno al Clan Contini che opera nella zona.  Colgono di sorpresa Montanino e De Rosa.  "Non vi muovete e dateci le pistole". Gaetano Montanino reagisce. Tira la pistola dalla fondina e fa fuoco. Anche i due  rapinatori sparano. Montanino viene raggiunto da otto colpi di pistola. Muore subito. Fabio De Rosa è più fortunato, viene solo ferito nonostante sei colpi lo raggiungono in varie parti del corpo. Uno dei due aggressori, Davide Cella, rimane ferito a sua volta. Per i due aggressori ci sarà  una condanna a vent’anni di carcere.


“Non si poteva più permettere di mantenere questa lapide abbandonata tra i rifiuti  -  ha detto Antonio D’amore, referente provinciale di Libera -  in un posto dove lo scempio e il degrado erano quotidiano e non consentivano ai famigliari di Gaetano nemmeno di portare un fiore”.

Questa cerimonia è anche una risposta all’indifferenza che ha dimostrato il quartiere nei confronti di  mio padre – ha sottolineato polemicamente Veronica Montanino, la figlia di Gaetano  – speriamo che cambiando posto alla lapide ridaremo ad essa la dignità che ha sempre avuto, anche ricoperta dall’immondizia”.

“Non sarà mai abbastanza quello che potrà fare la città per le nostre vittime innocenti – ha detto Alessandra Clemente, che a sua volta è figlia di Silvia Ruotolo, un’altra vittima innocente – oggi, però, c’è un risultato collettivo, perché abbiamo un obiettivo collettivo: la memoria e la giustizia. Napoli è una città che deve chiedere scusa a tanti, ma è anche una città generosa che si è presa cura di alcune ferite. E lo facciamo oggi che è la giornata di San Giorgio, patrono delle guardie giurate. Gaetano Montanino deve diventare un punto di riferimento soprattutto per i ragazzi di questa città che devono scegliere ogni giorno da che parte stare”.


“Le lapidi vanno bene  - ha detto don Luigi Ciotti  durante la celebrazione della messa per Montanino nella basilica del santuario del Carmine Maggiore - Giusto dare più decoro e visibilità, ma tutti quei nomi delle vittime innocenti devono essere scritti nelle nostre coscienze, o rischiamo che diventino solamente retorica”.

Intanto stamattina presso la sala giunta del Comune di Napoli è stato presentato lo spettacolo "Mater Camorra" dedicato proprio a Gaetano Montanino e curato dell'Accademia Vesuviana del Teatro e del TIN, Teatro Instabile Napoli. Nel cast degli attori figura anche Veronica Montanino.